• Pubblicata il
  • Autore: Andrea
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Un pomeriggio con Fabrizio - Cuneo Trasgressiva

Ero da poco salito sul treno che mi avrebbe portato a casa e non potevo fare a meno di ripensare a tutto quello che era successo nelle ore precedenti: mi sembrava un sogno, poiché fino a quel giorno non avevo mai neanche minimamente sperato che tutto ciò accadesse. Ero confuso, quasi stordito, mille emozioni mi pervadevano il cuore e l’anima e tutto questo aveva un solo nome: Fabrizio.
La prima volta che vidi Fabrizio fu in una piccola foto, di circa un centimetro quadrato, sulla bacheca di un mio amico di Facebook; nonostante avesse dimensioni piuttosto ridotte, quell’immagine destò la mia curiosità: andai subito sul suo profilo, cercai di allargare la foto e mi trovai davanti un primo piano, con due occhi così profondi ed espressivi da lasciarmi senza fiato. Non saprei dire il perché, ma sono sempre stato attirato dallo sguardo delle persone e i suoi occhi, benché attraverso lo schermo di un pc, mi trasmettevano sensazioni davvero forti, anche se così di primo impatto non riuscivo bene a capire di che cosa si trattava.
Per poter vedere le altre foto dovevo chiedergli l’amicizia, cosa che feci immediatamente, e pochi giorni dopo lui accettò la mia richiesta, dando il via libera alla mia voglia di sbirciare ogni sua immagine. E fu così che, giorno dopo giorno, cominciai a conoscere questo simpatico ragazzo per metà siculo e per metà lombardo, che alternava a primi piani intensi, in cui il suo sguardo emanava dolcezza, immagini di tutt’altro genere che, più o meno volontariamente, mettevano in risalto una sua certa dote fisica. Sì, sto parlando proprio di quella dote, ovvero la sua Sciabola, come ama chiamarlo lui, o più semplicemente “pacco”, che si conquistava l’attenzione di decine di suoi amici, che non facevano altro che commentare in modo piuttosto esplicito quello che gli sarebbe piaciuto fare con quel prominente rigonfiamento.
Sarò sincero: all’inizio mi avevano colpito i suoi primi piani con gli occhioni intensi e continuavo a preferirli all’altro tipo di foto, ma anche io sono fatto di carne e di fronte a certi spettacoli non sono riuscito a rimanere indifferente. Ricordo benissimo quale fu la foto che provocò in me l’inizio del cambiamento e sfido chiunque a non avere un certo stimolo ormonale, vedendo un bel ragazzo moro e peloso sdraiato sul letto con un paio di mutande bianche che a stento riescono a contenere quello che c’è dentro, e stando a quanto dichiarato dallo stesso Fabrizio, non era neanche eccitato. Ovviamente egli non perse occasione, di fronte a oltre un centinaio di commenti, di ribadire che la sua Sciabola misurasse 20 cm.
Il passo successivo fu quasi automatico: Fabrizio entrò nelle mie fantasie erotiche e ogni tanto mi masturbavo pensando

a noi due che facevamo sesso, per poi puntualmente sentirmi in colpa perché lo consideravo un amico e sentivo che stavo tradendo in qualche modo la fiducia che egli aveva in me; purtroppo era più forte di me, mi eccitavo tantissimo pensando a fabrizio che mi possedeva con la sua enorme Sciabola da 20 cm ed ogni volta avevo copiosi orgasmi solitari fantasticando su di lui.
Passarono i mesi e finalmente arrivò l’inverno: io avevo finito la stagione in gelateria e mi aspettavano oltre tre mesi di riposo. Non persi tempo e cominciai ad organizzare qualche weekend fuori città e in uno di questi mi sarebbe piaciuto conoscere alcuni degli amici che nei mesi precedenti avevo conosciuto su Facebook, proprio come avevo fatto l’anno precedente recandomi in Sicilia. Stavolta però la mia destinazione era al Nord, in Lombardia, dove speravo di andare a conoscere anche Fabrizio.
All’inizio non fu molto contento della mia proposta: disse che non amava questo tipo di cose, che preferiva che rimanesse tutto sul virtuale, spiegandomi che in passato aveva avuto degli incontri alquanto spiacevoli e non voleva ripetere l’esperienza.
Piuttosto demoralizzato per non aver ottenuto una risposta positiva dalla persona che più di tutte avrei voluto conoscere, sono partito per il mio weekend lombardo, dove mi aspettavano altri amici che da tempo frequento virtualmente.
Stamattina è avvenuto il miracolo: mi sono collegato su Facebook per dare un’occhiata alle notifiche e trovo Fabrizio online, faccio subito un ultimo tentativo, comunicandogli che sono nelle sue vicinanze, ed egli mi dice: “se sei così vicino, perché non ci vediamo?”. Non me lo sono fatto ripetere due volte: ho preso il mio zainetto e sono salito sul primo treno che portava nella sua città.
Il viaggio sarà durato si e no una mezz’oretta, ma per me è stata un’eternità: ero così agitato per la situazione che non riuscivo a stare fermo per più di 5 minuti nello stesso posto, ogni tanto mi sono alzato per fare una passeggiatina lungo i vagoni e anche un paio di volte per andare in bagno.
Finalmente ero giunto a destinazione: mentre scendevo dalla carrozza le gambe mi tremavano così tanto che ho avuto paura di cadere; cominciai a cercare tra la gente gli occhioni di Fabrizio, ma non riuscivo a trovarli quando a un certo punto sentii qualcuno che mi bussava sulla spalla: era proprio lui ed era di fronte a me.
Avevo immaginato quel momento centinaia di volte, a malapena sono riuscito a dire con voce flebile un timido “ciao” ed egli, per tutta risposta, mi ha abbracciato forte e mi ha baciato sulla guancia; ero quasi frastornato dall’emozione ed egli, con una bella voce profonda mi disse “Dai, riprenditi, non ti mangio mica!”. Fu così che salimmo in macchina e, dopo un breve giro della città, mi portò a casa sua per bere qualcosa e fammi conoscere le sue due gattine; quella per i felini era una grande passione che ci accomunava.
Appena ho messo piede a casa sua ho riconosciuto alcuni posti in cui si era fatto le foto pubblicate sul suo profilo e quando gliel’ho fatto notare è esploso in una fragorosa risata: quant’era bello quando rideva! I suoi occhi brillavano e io mi ci stavo perdendo dentro. Sorseggiando un thè freddo, ci siamo accomodati sul divano: credo che abbiamo parlato per almeno un’ora, degli argomenti più disparati, e dopo quella chiacchierata mi sentivo molto più rilassato.
Con tutto quel thè dovetti usufruire del suo bagno per fare pipì, ma quando rientrai in salotto mi trovai davanti uno spettacolo davvero inatteso: Fabrizio si era spogliato e si stava toccando la Sciabola, che a poco a poco si induriva e diventava sempre più enorme. Non sapevo che fare: una parte di me voleva andare lì e infilarsi in bocca tutto quel ben di Dio, mentre l’altra voleva prendere le sue cose e andarsene.
Fabrizio mi invitò ad avvicinarmi al divano ma io rifiutai, dicendo che tenevo alla nostra amicizia e che quello avrebbe rovinato tutto, la sua risposta mi sorprese quasi di più di tutta quella scena: “Andrea, non ti preoccupare, non rovineremo nulla. Ho visto nei tuoi occhi quanto desiderio hai di stare con me e voglio esaudirlo, perché sei un ragazzo speciale”.
Quella frase mi fece venire le lacrime agli occhi e mentre gli stavo dicendo “grazie” egli si alzò e mi baciò in bocca; a quel punto tutte le mie difese erano crollate e risposi al bacio con trasporto afferrandogli la testa con entrambe le mani e stringendolo forte a me. Mi aiutò a spogliarmi e ci sdraiammo sul divano: lui era sopra di me e sentire il suo corpo che premeva contro il mio mi eccitava a dismisura, tanto che mentre la mia lingua esplorava la sua bocca e le mie labbra erano appiccicate alle sue, le mie mani accarezzavano voracemente tutto il suo corpo.
Con un balzo lo spostai letteralmente di peso e mi misi a cavalcioni sopra di lui, così da poter assaporare finalmente i suoi capezzoli, che tante volte avevo visto in foto, per poi essere oggetto di commenti da parte di molti, me compreso; succhiavo e mordicchiavo i suoi capezzoli con tutta la passione di cui ero capace, per poi tornare su e baciargli il petto villoso, il collo, i lobi delle orecchie e di nuovo la bocca. Dalla sua eccitazione capii che era il momento giusto per passare alla seconda parte e con decisione la mia lingua cominciò a scendere verso l’addome , per poi trovarsi di fronte a quei 20 cm di carne che tanto aveva desiderato assaggiare.
Non avevo più freni inibitori: cominciai a leccare e succhiare quell’asta, cercando di metterla tutta in bocca, ma viste le cospicue dimensioni faticavo un po’ a farlo entrare tutto, poiché lo sentivo toccare le tonsille e rischiavo di avere lo stimolo del vomito. Però non mi persi d’animo e cercavo comunque di far godere Fabrizio e a giudicare dai sospiri che faceva, ci stavo riuscendo. Ricordando che la Sciabola non era l’unica cosa che gli procurava piacere nel sesso, mi feci strada con la lingua anche tutto attorno ai suoi enormi testicoli, per poi passare al perineo e giungere infine al suo bel buchetto; credo che la mia manovra lo sorprese un po’, ma gli piacque alquanto poiché gli strappai un poderoso “sì” quando la mia lingua era completamente dentro il suo sfintere.
Fabrizio era arrivato al punto massimo di eccitazione: la sua Sciabola era così dura che sembrava di acciaio e non poteva fare altro che dare inizio all’atto finale, altrimenti rischiava di scoppiare. Mi invitò a girarmi, ma io gli dissi che volevo vederlo in faccia mentre entrava in me e indicai il tavolo: non se lo fece ripetere due volte, tolse tutto quello che c’era sopra, prese un cuscino per la testa e mi fece sdraiare.
Ero lì, disteso su quel tavolo, mentre Fabrizio con la lingua mi lubrificava l’ano, talmente eccitato che rischiavo di venire appena mi fossi sfiorato, tanto che decisi di non toccarmi se non alla fine; egli, viste le dimensioni ragguardevoli della Sciabola, aggiunse anche un po’ di lubrificante alla saliva che aveva messo leccandomi, si infilò un preservativo e cominciò a premere, cercando di farsi strada.
Il suo glande avrà avuto una circonferenza di almeno 5 cm e sentivo il mio povero buco lacerarsi sotto quella pressione, Fabrizio sentì che stava facendo fatica e mise ancora un po’ di lubrificante, che si passò anche intorno alla Sciabola; a quel punto, a poco a poco, entrò in me, provocandomi gemiti di dolore misto a piacere, ma quello che davvero mi eccitava più di tutto il resto era poterlo guardare negli occhi mentre mi penetrava. Ormai la Sciabola era tutta dentro il mio corpo, sentivo quell’enorme massa di carne farsi largo e poi ritirarsi, dapprima lentamente, per darmi il tempo di abituarmi alle sue dimensioni, poi sempre più velocemente e più in profondità.
Ad ogni affondo gemevo di piacere, ogni tanto Fabrizio si abbassava per darmi un bacio e poi riprendeva i suoi colpi vigorosi, io ero perso nei suoi occhi, rapito dall’intenso piacere che quell’uomo mi procurava e continuavo a sfiorarmi delicatamente per non esplodere in un orgasmo poderoso; Fabrizio se ne accorse e afferrò la mia verga, che in confronto alla sua sembrava una miniatura, e cominciò a smanettarmi.
Non potevo opporre resistenza e dopo pochi istanti, grazie all’intensità della sua penetrazione, ebbi uno degli orgasmi più intensi che avessi mai avuto; Fabrizio non smise con il suo movimento frenetico, anzi accelerò ancora e poco dopo anch’egli esplose in un gemito di piacere e venne. Restò per un attimo ancora dentro di me e quasi mi si sdraiò sopra, per riprendersi un pochino, tanto era stremato.
Quando scesi dal tavolo mi girava un po’ la testa e mi sedetti sul divano, Fabrizio fece lo stesso e ci ritrovammo di nuovo lì, come mezz’ora prima, ma nessuno dei due sapeva come rompere quel silenzio, che stava diventando imbarazzante. Ad un certo punto gli dissi sottovoce “Grazie”, me ne andai in bagno e mi rivestii, anche Fabrizio si rimise i vestiti e si offrì di accompagnarmi in stazione.
Sapevo che quelli erano gli ultimi momenti che avremmo passato insieme e prima di uscire di casa lo abbracciai forte a me e gli dissi che non avrei mai dimenticato quel pomeriggio; egli rispose che era felice di avermi conosciuto e che neanche lui lo avrebbe dimenticato. Mentre mi accompagnava in stazione sapevo che non ci saremmo mai più rivisti, ma ero comunque felice, perché quell’uomo, così eccitante e al tempo stesso così generoso, aveva trasformato un sogno in realtà.

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